Mi Presento!!!

Pagina facebook: http://www.facebook.com/pages/Sympa-Finance-Blog-di-Economia-e-Finanza/178852568842450?ref=hl

Pagina Twitter:
https://twitter.com/Sympatica81 ossia username : Sympatica81

Ciao!!! Benvenuti nel mio Blog... questo blog vuole essere una sorta di diario di una donna che vuole esprimere il proprio pensiero nell'ambito dell'economia e della finanza ... non vuole assolutamente risultare troppo serioso o noioso...ed è proprio per questo che affronto tali tematiche con una sorta di ironia...

Proprio perchè penso che una donna possa tenere, oltre ai famosi blog di make up, anche un blog che tratti tali argomentazioni eccomi qua!!!

... sono cosciente che i termini "economia" e "politica" siano due sostantivi femminili...ma questi purtroppo vengono ancora praticati prettamente al maschile... :))

Sul mio blog anche chi non è iscritto o non ha un account potrà lasciare un commento :) siete i benvenuti!!!

p.s. : qualora mi vogliate scrivere in pvt la mia mail è sympatica@libero.it


mercoledì 8 giugno 2011

Ok che se si va contro il volere di Silvio non si sbaglia mai..ma cosa andiamo a votare nello specifico apportando 4 SI???.

Il primo quesito è relativo all’abrogazione dell’art. 23-bis, legge 123/2008, nota come ‘Decreto Ronchi’: per servizi pubblici locali si intendono le risorse idriche, i rifiuti e i trasporti. L’art. 23-bis, di cui si richiede la cancellazione, regola la partecipazione di enti privati nelle gare pubbliche per la gestione dei servizi pubblici locali: successivamente alle riforme applicate nel 2009 e nel 2010, questo articolo predispone un’accelerazione dei processi di privatizzazione nella gestione di questi servizi e, al contempo, lascia alle Regioni il compito di vigilare, togliendo la funzione agli attuali organismi preposti.
Cosa succede se vince il Si?  L’art. 23-bis viene abrogato e sostituito da una norma comunitaria meno restrittiva.



Il secondo quesito, sempre legato alla questione della privatizzazione dell’acqua, è relativo alla cancellazione di un inciso del comma 1, art. 154 del decreto legge 152/2006 circa la determinazione delle tariffe del servizio idrico integrato sulla base del capitale investito. Cosa significa? L’inciso di cui si parla afferma che la tariffa che ognuno paga per l’acqua è calcolata non solo sulla base della qualità del servizio fornito, dei costi di gestione e delle opere messe in atto per garantire il servizio, ma anche sull’adeguatezza della remunerazione del capitale investito. In parole povere, secondo questo comma il privato che investe nei servizi idrici ha diritto ad avere un margine di guadagno calcolato in misura proporzionale al denaro investito. Essendo l’acqua un bene di tutti, vitale per la sopravvivenza, il fatto che possa essere sottoposto a logiche di mercato – con potenziale conseguenza di prezzi più alti – è molto discutibile.
Cosa succede se vince il Sì? Viene cancellato l’inciso relativo all’adeguatezza della remunerazione del capitale investito, dunque viene escluso dal calcolo della tariffa il profitto di chi gestisce il servizio.




Arriviamo al terzo quesito. Nato in risposta alle intenzioni del governo di predisporre la costruzione di centrali nucleari sul suolo italiano, nonostante il referendum del 1987 decretasse la ferma volontà dei cittadini a non ricorrere a questo tipo di energia, è ancora incerto se questo quesito sarà presente, a causa della moratoria di un anno disposta dal governo nell’art.5 del decreto legge n.34/2011.
La moratoria in questione, come molti sanno, è nata in seguito al panico creato dal disastro della centrale nucleare giapponese di Fukushima: il governo ha così predisposto lo stop di dodici mesi ai lavori sull’energia atomica, ma questo non significa che ci sia rinuncia al progetto. Come poi chiaramente dichiarato dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «in Italia l’accadimento giapponese ha spaventato moltissimi cittadini. Se fossimo andati al referendum, il nucleare non sarebbe stato possibile per molti anni. Abbiamo introdotto questa moratoria responsabilmente, per far sì che dopo un anno o due si possa tornare a discuterne con un’opinione pubblica consapevole. Siamo convinti che il nucleare sia un destino ineluttabile».
Si tratta chiaramente di un calcolo strategico del governo per calmare gli animi: secondo la legge, infatti, se viene emanata una disposizione che abroga prima di un referendum gli articoli oggetto dello stesso, il quesito referendario decade. In questo caso, però, non sussiste totale abrogazione, poiché l’emendamento concede al governo la possibilità di tornare sulla questione. Al momento, quindi, non è ancora possibile sapere se il quesito n.3 sarà presente: la Corte di Cassazione si esprimerà in merito tra il 25 e il 30 maggio.





Giungiamo infine al quarto e ultimo quesito che tocca direttamente gli interessi della figura del Presidente del Consiglio in materia di legittimo impedimento. Fermamente voluto dall’onorevole Antonio Di Pietro, questo quesito punta all’abrogazione della legge n.51 del 7 aprile 2010 che regola una serie di disposizioni sull’impedimento a comparire in udienza. Secondo questa legge, il Presidente del Consiglio e i Ministri in carica sono autorizzati per tutta la durata del loro mandato a non comparire in tribunale nei processi penali in cui sono imputati e di conseguenza i magistrati sono obbligati ad accettare il loro ricorso al legittimo impedimento e a rinviare le date dei processi.
Se vince il fronte del Sì, la legge sarà cancellata e le alte sfere del governo saranno chiamate a presentarsi ai processi in cui sono imputate, anche nel corso del loro mandato.

Nessun commento:

Posta un commento