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Ciao!!! Benvenuti nel mio Blog... questo blog vuole essere una sorta di diario di una donna che vuole esprimere il proprio pensiero nell'ambito dell'economia e della finanza ... non vuole assolutamente risultare troppo serioso o noioso...ed è proprio per questo che affronto tali tematiche con una sorta di ironia...

Proprio perchè penso che una donna possa tenere, oltre ai famosi blog di make up, anche un blog che tratti tali argomentazioni eccomi qua!!!

... sono cosciente che i termini "economia" e "politica" siano due sostantivi femminili...ma questi purtroppo vengono ancora praticati prettamente al maschile... :))

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sabato 9 luglio 2011

Tremonti: " Se attaccate me...danneggerete il Paese!!!"

Non diventerò oggetto di un attacco mediatico alla Boffo". É un avviso clamoroso e molto chiaro quello che, in sintesi, il ministro Giulio Tremonti consegna al premier Silvio Berlusconi, durante un'accesa discussione avvenuta ai primi di giugno scorso. È lo stesso ministro dell'Economia a riferirlo ai magistrati di Napoli, Francesco Curcio e John Woodcock, che lo hanno interrogato come persona informata dei fatti nell'ambito dell'inchiesta P4 che coinvolge Marco Milanese, ex braccio destro di Tremonti e parlamentare del Pdl.

Scrive Vittorio Malagutti su Il Fatto Quotidiano: "Tremonti e' costretto a scendere nei particolari di fronte ai magistrati. Particolari spesso imbarazzanti, perche' rivelano i suoi scontri con il presidente del Consiglio, i suoi timori di finire al centro di una campagna mediatica diretta al preciso scopo di distruggerne la credibilita'."

Oggi, in una Roma stremata da un caldo canicolare, tra alcuni politici - di governo e di opposizione - ancora presenti nella Capitale e non partiti per il weekeend, qualcuno si chiede: come mai Tremonti disse a Berlusconi "non usare con me il metodo Boffo"? E' un riferimento a una generica campagna stampa denigratoria da parte dei giornali amici del premier, oppure anche un'allusione a una presunta omosessualita' del ministro dell'Economia?

Per quanto nessuno si sogni di interferire sulle preferenze sessuali degli individui, che ricoprano cariche pubbliche o meno, essendo la sfera privata del tutto irrilevante sulle capacita' e meriti di una persona (Nichi Vendola puo' essere un ottimo o pessimo politico indipendentemente dalla sue scelte) rumor su Tremonti circolano da anni negli ambienti politici romani, alimentati dal fatto che il ministro a detta di tutti e' scontroso, ha molti tick, si relaziona male con le donne e altri segnali simili. Ma poiche' Giulio Tremonti e' sposato e ha famiglia ogni voce o rumor vanno presi, fino a prova contraria, per quello che sono: senza fondamento. Come del resto quelli che circolano su molti altri membri prominenti del governo Berlusconi.

Tuttavia e' proprio l'espressione "Non diventerò oggetto di un attacco mediatico alla Boffo" che è contenuta nel verbale di interrogatorio in qualità di persona informata dei fatti che il ministro dell'Economia ha reso il 17 giugno ai pm di Napoli Curcio e Woodcock nell'ambito dell'inchiesta sulla P4, in cui e' coinvolto il suo collaboratore, per oltre decennio, Marco Milanese. Dell'onorevole del Pdl i giudici hanno chiesto l'arresto per corruzione, rivelazione del segreto di ufficio mentre stanno indagando anche per il reato di finanziamento illecito dei partiti. Nell'ambito dell'inchiesta su Milanese, rivela oggi il Fatto Quotidiano: "I Pm di Napoli indagano su finanziamenti per 165mila euro alla Fondazione Casa della Liberta' che ha sede nella residenza del premier in via Rovani a Milano. Ma la Digos non puo' entrare".

Dunque, l'"attacco mediatico alla Boffo". Nel verbale dei pubblici ministeri di Napoli si legge: "Nel corso della discussione io e il presidente del Consiglio manifestammo posizioni diverse sulla politica di bilancio, ad un certo punto sono emerse posizioni fortemente critiche in ordine alla mia attività di ministro da parte del presidente del Consiglio. Per inciso e in parallelo su alcuni settori della stampa si manifestava una tendenza, una spinta alle mie dimissioni se non avessi modificato le mie posizioni. A questo punto, se non ricordo male, manifestai la mia refrattarietà ad essere oggetto di campagne stampa tipo quella "Boffo". Ciò trovava riscontro in voci di parlamento che mi sono permesso di segnalare al Presidente del Consiglio".

Commenta Il Fatto Quotidiano, in un articolo dal titolo con caratteri cubitali "Ricatto per Giulio": "Tremonti ha paura che i media vicini al Cavaliere lo mettano nel mirino di una campagna come quella a suo tempo scatenata dal Giornale contro l'allora direttore dell'Avvenire, Dino Boffo, reo di aver criticato il premier. Una campagna partita da un dossier (cucinato da Vittorio Feltri, allora direttore del Giornale, ndr) rivelatosi poi in buona parte falso, che faceva riferimento alla presunta omosessualita' dello stesso Boffo. Tremonti non ha nessuna intenzione di finire nel tritacarne mediatico - scrive il Fatto - ma vede i titoli dei giornali del centrodestra. Li intepreta come avvertimenti chiari nei suoi confronti, avvertimenti contro chi potrebbe rappresentare una alternativa politica ad un premier sempre piu' debole".

Il ministro sulla questione ammette ai giudici di aver affrontato a muso duro Berlusconi in quel giorno di giugno. I due hanno un alterco pesantissimo. E' lo stesso ministro dell'Economia a raccontare l'episodio nell'interrogatorio avvenuto al Ministero di via XX Settembre a Roma confessando di essersi rivolto al presidente del Consiglio in modo "caratterialmente reattivo".

Il tandem chiacchierato tra Tremonti e Milanese e' comunque uno dei punti cruciali dell'intera vicenda politica e giudiziaria (e anche finanziaria, se si guarda alla borsa). Scrive il Fatto Quotidiano, in un articolo di Fabrizio d'Esposito intitolato: "Il clan, la 'cameriera' e il Tremonti prigioniero": "E' stato all'inizio di quest'anno, ai primi di gennaio, che nel Pdl vari ministri e colonnelli percepirono con nettezza una sensazione: 'Per distruggere Tremonti useranno Milanese".

Per tutta una serie di episodi, la figura del consigliere politico del ministro cominciava infatti a essere ingombrante, ma Tremonti fece finta di nulla. "Perche'?" si chiede Il Fatto, "qual e' il legame profondo tra i due?". E poi le risposte: "Sull'origine dei loro rapporti esistono varie versioni... In questi anni non sono mancate strane allusioni su 'Giulio e Marco', al punto che Milanese si e' guadagnato il perfido nomignolo di 'cameriera di Tremonti'. Dice un altro parlamentare - scrive d'Esposito - 'Marco ha un carattere opposto a quello del ministro. E' sempre disponibile e simpatico e cerca di venire incontro a ogni richiesta'. Milanese e Tremonti: una relazione di amicizia diventata poi triangolare quando l'inseparabile consigliere ha lasciato la moglie e si e' fidanzato con la portavoce del ministro, Manuela Bravi. A Montecitorio questo incrocio di rapporti e' noto come 'il clan Milanese'".

Ora, lasciamo per un momento verbali, interrogatori dei giudici e ricostruzioni giornalistiche dell'ambiente romano, e torniamo alla bruta realta' dei mercati finanziari: borse, banche globali, accaniti speculatori dal volto sconosciuto. Immaginate se le agenzie di stampa battessero la news di una richiesta di arresto per il braccio destro del ministro del Tesoro degli Stati Uniti Timothy Geithner, uno degli uomini chiave dell'amministrazione Obama: cosa pensate che accadrebbe a Wall Street? E' questo, fatti i debiti paragoni, il piano di gravita' dei fatti che l'Italia affronta sul palcoscenico internazionali, fatti analizzati e giudicati da New York, Londra, Tokyo, Singapore, Honk Kong.

Non e' quindi per i rumor sul "caso Boffo" che la borsa di Milano affonda, Moody's e Standard & Poor's ci mettono sotto osservazione pronte a degradarci, e le banche italiane sono finite nel mirino della speculazione (la quale premia e punisce solo dove vengono offerti validi motivi per ambedue le azioni). Lunedi' alla riapertura del mercato, il rischio e' che continui l'attacco speculativo da Londra (dove gli operatori possono operare short, cioe' al ribasso, al contrario di quanto accade in Italia) contro i titoli di stato in cui e' denominato il colossale debito italiano di circa 2,5 trilioni di dollari. La verita' e' che ogni rumor sarebbe ininfluente se a Roma avessimo un governo unito, forte e in grado di rimettere l'Italia in carreggiata, per riprendere la crescita con vigore. Non e' cosi'. E per questo il differenziale tra il Btp con l'omologo bund tedesco ha toccato il nuovo record dal 1999 (nascita dell'euro), il CDS Italia (credit default swap) e' ai livelli massimi dell'anno, il Btp a 10 anni e' in zona rischio ormai quasi alla stregua dei peggiori paesi PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna); sono tutti segnali interconnessi, reali e in tempo reale, di cui e' impossibile non tenere conto.

Il mercato insomma sta sfiduciando l'Italia e questo governo; e tutti noi cittadini ne pagheremo le conseguenze. Un disperato lunch tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti non ha chiarito nulla, ieri, se non una pace armata e blindata tra premier e ministro, cioe' il formale rispetto dei patti presi con l'Europa e una tenuta fino a settembre, a manovra approvata. Ma attenzione: settembre e' lontano varie settimane e i mercati finanziari saranno aperti dal lunedi' al venerdi' tutto luglio e tutto agosto.


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